IV, Incitamenti a perseguire mete ambiziose, livelli di aspirazione troppo alti a raggiungersi, o addirittura irraggiungibili per il livello di attitudini presentato dal soggetto: <<vai benino, ma devi diventare il primo della classe>>, <<non basta quello che fai>>, <<devi superare il tuo compagno>>, <<essere più bravo di...>>.
Le umiliazioni, o più generalmente le frustrazioni sistematiche, costituiscono stimoli negativi, che fomentano il sentimento d'inferiorità. Se il fanciullo, insistentemente umiliato, va poi incontro ad insuccessi nella scuola o fuori dalla scuola si persuaderà di essere quell'essere inetto che gli si dice che sia. L'antico metodo educativo che usava l'umiliazione come stimolo a progredire esercitava raramente un'azione positiva: solo su una minima parte di individui, dotati di una struttura della personalità particolarmente forte, l'umiliazione può costituire uno stimolo positivo, mentre per la massa degli esseri umani SOLO L'INCORAGGIAMENTO PUO' AGIRE COME AGENTE PROPULSORE. L'umiliazione scoraggia, fa perdere quel pò di energia e fiducia in se stessi che un ragazzo può possedere. Adler e gli Adleriani rifiutano anche quelle stimolazioni che spingono l'individuo verso mete competitive ambiziose, verso il superamento ad ogni costo dell'altro perchè facilitano la formazione di un sentimento di superiorità diretto verso il potere personale e non verso la cooperazione.
(Liberamente tratto da "La psicologia individuale nella scuola, Alfred Adler)
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